Colley: “Meno male che Fabio gioca con noi, per la Samp. Se dovessi giocare contro di lui, non riuscirei nemmeno a dormire la notte. E’ fortissimo”
Dopo il primo anno di ambientamento nel calcio italiano, con buoni risultati e ottimi spunti di miglioramento, Omar Colley si appresta a vivere la sua seconda stagione da protagonista con la maglia Blucerchiata.
Il difensore del Gambia, ai taccuini di Tutto Sport, si è voluto raccontare a tutto tondo, da Di Francesco a Giampaolo sino a parlare di Quagliarella.
Un resoconto stagionale. «La mia prima stagione in Italia è stata di ambientamento. Ho imparato molte cose del vostro calcio, sul modo di giocare e sulle tattiche. Ora mi aspetto che questo per me sia un anno di ulteriore crescita».
Su Marco Giampaolo. «Giampaolo è stato davvero un allenatore molto importante per me. Mi ha fatto crescere tantissimo. Devo ringraziarlo per gli insegnamenti che mi ha dato nella scorsa stagione. A livello difensivo sono cresciuto tanto».
Cosa cambia ora con Di Francesco in panchina? «Anche lui è un ottimo tecnico. Se con Giampaolo l’attenzione era rivolta in primis all’organizzazione della retroguardia, ora col nuovo allenatore anche noi difensori veniamo maggiormente coinvolti per la fase offensiva. Sì. In effetti il nostro mister precedente parlava poco, mentre l’attuale allenatore parla con tutti, ha un rapporto più diretto. Diciamo che i due hanno metodi diversi ma sono entrambi ottimi maestri».
Quest’anno giocherà al centro della difesa al fianco di Murillo. «Sono contento che sia arrivato un giocatore di grande esperienza come lui. Conosce molto bene il nostro campionato. Non so se giocherò sempre, ovviamente le scelte le farà il mister. In difesa però abbiamo tanti giocatori forti. Non dimenticatevi di Alex Ferrari e di tutti gli altri».
Il suo ex collega di reparto – Andersen – è andato al Lione per 30 milioni. «Per me Joachim è come un fratello. Abbiamo giocato un anno insieme. Sono contento che abbia fatto questo passo in avanti in carriera. La Samp però resta una buona squadra anche senza di lui. Penso a me stesso e agli obiettivi collettivi. Non guardo alla prossima estate o al mercato, ma solo alla Samp».
I blucerchiati possono lottare per l’Europa? «L’anno scorso abbiamo lottato per questo traguardo. Poi ci è mancato qualcosa. Adesso non parliamo di obiettivi. Pensiamo solo a lavorare giorno dopo giorno, passo dopo passo».
Lei può diventare il Koulibaly doriano? «Conosco bene Kalidou. Siamo amici. Mi ha dato anche dei consigli su come affrontare il campionato italiano. Lui è davvero un grande giocatore. Mi piacerebbe un giorno poter diventare forte come lui».
Qual è l’attaccante più difficile da marcare in Serie A? «Ce ne sono tanti. Cristiano Ronaldo naturalmente è unico, ma se devo scegliere un nome su tutti dico Duvan Zapata. Lui è davvero forte fisicamente e tecnicamente. Devi dare il massimo per affrontarlo».
Come si fa a fermare Quagliarella? «Meno male che Fabio gioca con noi, per la Samp. Se dovessi giocare contro di lui, non riuscirei nemmeno a dormire la notte. E’ fortissimo».
E’ vero che a Ponte di Legno avete giocato molte partitelle infuocate? «Vero. Ci siamo pure divertiti molto. Io ho avuto tutto sommato anche un buon rendimento. Ne ho vinte tre e ne ho persa solo una».
Colley, lei sa che Vialli potrebbe diventare il nuovo presidente della Samp? «So che Vialli è stato una leggenda della Sampdoria, che ha vestito questa maglia e ha fatto la storia di questo club. Però non so nulla di vicende societarie. Io penso solo al campo».
Che tipo è Massimo Ferrero? «Il presidente è molto simpatico. Ci viene spesso a trovare, parla con noi e sorride. Ci dice sempre che non dobbiamo essere stressati e che dobbiamo pensare soprattutto a divertirci. Abbiamo un bel rapporto con lui».
La prima in A sarà Samp-Lazio: l’anno scorso non proprio la sua migliore prestazione. «È vero. Il primo gol della Lazio arrivò dopo un mio errore. Ma quella domenica io stavo male, non ero al top della condizione e fui costretto a uscire. Quest’anno mi piacerebbe potermi riscattare. Magari anche segnando un gol».
In effetti l’anno scorso non ha mai segnato. «Ma io ho sempre fatto dei gol nella mia carriera. Tra i miei obiettivi di questa nuova stagione c’è anche quello di firmare la mia prima rete in Serie A».
Lei ha giocato in Gambia, Finlandia, Svezia, Belgio e Italia. «Da ciascun campionato ho sempre cercato di imparare qualcosa. Il mio arrivo nel vostro Paese è stato molto importante. Spero che ora il mio bagaglio possa diventare ancora più ricco».
Lei è musulmano: come vive la sua religione in Italia? «Molto bene. Non ho alcun problema. Prego cinque volte al giorno. Seguo regolarmente il ramadan, che quest’anno è stato tra maggio e giugno, non mangio carne di maiale e non bevo alcolici».
Crede che nel calcio italiano esista il razzismo, soprattutto tra certi tifosi? «Io credo che il razzismo sia un problema non soltanto del calcio ma di molti altri aspetti della vita, purtroppo. Serve un maggiore impegno da parte di tutti su questo argomento. Di sicuro il razzismo nel calcio non ha senso: i tifosi devono andare allo stadio per divertirsi. Lo sport deve unire, non dividere».
Paolo Bardetta
Grande Omar!