Samp: la rosa più ricca dell’era Ferrero sarà svecchiata per tagliare i costi.
Domenica scorsa all’Olimpico, contro la Lazio, la Samp ha tenuto una stima di 50 milioni (dal sito specializzato Transfermarkt) di valore di cartellini in panchina. Letica, Ravaglia, Tonelli, Regini, Bereszynski, Verre, Askildsen, Jankto, Leris, Damsgaard, Torregrossa, Gabbiadini. Con un totale di circa 6 milioni netti di ingaggio. È stata la panchina più “ricca” proposta finora dalla squadra blucerchiata in questa stagione.
Sono panchine destinate a essere in qualche modo ricordate, perché la sensazione è che molto difcilmente si rivedranno nella prossima stagione. I budget previsionali compilati nelle scorse settimane prevedono per il futuro a breve termine un ridimensionamento dei costi complessivi della Sampdoria.
La panchina ricca è stata però una delle conseguenze più evidenti dell’obiettivo primario che si era posto il presidente per
la stagione in corso, e cioè non retrocedere. Da cui deriva anche l’innalzamento dell’età media della squadra. L’età media della formazione iniziale schierata contro la Lazio è stata la più anziana della Sampdoria dal dicembre del 2006. Un dato che va nettamente contro la politica e la filosofia che ha caratterizzato la società blucerchiata sotto la gestione Ferrero. Un cambiamento di rotta dettato da un’esigenza primaria: mantenere la categoria in questo secondo campionato impattato dal Covid sarebbe stato assolutamente vitale per resistere alle sciabolate della crisi. Prioritariamente per un discorso economico. Restare in A per restare attaccati al treno dei diritti televisivi e Ferrero
spera ancora in quello dei Fondi. Nello stesso tempo, come ricorda Il Secolo XIX, il presidente ha anche tutto l’interesse a mantenere il più elevato possibile il valore globale della Sampdoria alla quale ha affidato un ruolo di finanza esterna nelle procedure concorsuali dei concordati di Eleven Finance e Farvem. Una retrocessione costringerebbe a rivedere se non tutto, sicuramente molto dei suoi piani di rientro.