Sampdoria, “Cialtroni” – Sky: ” Quando i tifosi cambiano il testo e diventano inno”.
La fantasia ha residenza nelle curve degli stadi. E ora che sono chiusi si sposta nelle case e nei social. Sono tante le canzoni che i tifosi fanno proprie, riadattano e diventano un coro. Partendo dalla reinterpretazione di Lettera da Amsterdam della Sampdoria vi proponiamo alcuni classici da…campionato
Lo spunto è nato dall’idea di un gruppo di tifosi della Sampdoria, che ha girato la struggente Lettera da Amsterdam in una parodia verso il presidente della società blucerchiata ribattezzandola “Lettera a un Galushow”. Gli autori di questo piccolo capolavoro si chiamano Banda di Cialtroni e sono Aldo e Vittorio De Scalzi (il primo autore di colonne sonore e il secondo anma dei mitici New Trolls), Federico Sirianni (cantautore), Nino Condorelli, Manolo Strimpelli, Enzo Tirotta, Matteo Monforte (attore e cabarettista), Manuel Cossu, Alessandro Pelle, Davide Caviglia e Vladi dei Trilli (storico gruppo della tradizione ligure). Grazie a loro è stata anche realizzato un concept album dedicato alla Sampdoria, cosa che non avviene spesso anche al di fuori del calcio.
La storia di questa avventura la racconta Aldo De Scalzi: “Il nostro agente all’Avana era Roberto Mancini che ci ha messo in contatto con Paolo Mantovani. Il tutto è nato nel 1991 ma prima dello storico scudetto blucerchiato. Mancini aveva dato al Presidente la cassetta e lui, con ironia approvò il progetto. Io in ufficio avevo una foto della Sirenetta di Copenaghen con la sciarpa del Doria… e lì è nata l’idea della saudade. Amsterdam è venuta scrivendola. Era una vera canzone d’amore scritta per la Sampdoria. Testo e musica originali. Non doveva essere il brano di punta ma sapevo che avrebbe spaccato, da quando è patrimonio della Gradinata Sud è diventata l’inno. L’inno o lo decide la società o i tifosi”. Di quel concept nel 1991 è stato pubblicato un repackaging col brano inedito Uno scudetto nel cuore. E’ stato fatto anche il Picture Disk. La versione sfottò è stata scritta a più mani, ognuno ha messo delle parti e poi c’è stato un confronto: “Matteo Monforte – aggiunge De Scalzi – ha lavorato più sul testo e io sulle musiche”.
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