Francesca Mantovani ricorda Sinesi: “Ci ha accompagnato in momenti bellissimi, Resterà per noi una persona speciale”.
«Se hai un problema rivolgiti all’ “ing”…». Francesca Mantovani ricorda così, con un mantra di suo papà Paolo, la figura di Luigi Sinesi, suo braccio destro, uomo di fiducia della famiglia, morto ieri a 79 anni.
Sinesi è stato un dirigente chiave dell’epopea della Sampd’oro. Ruolo ufficiale, direttore delle relazioni esterne, in realtà molto di più. In tribuna d’onore si sedeva sempre al solito posto, lato Gradinata Sud e vicino alle scale. Pronto al sorriso e al saluto.
«È stato così tanti anni insieme a noi – continua Francesca Mantovani -, papà lo aveva portato in Sampdoria dalla Nai. Quando ancora lavorava lì, l'”ing” alla sera dopo il lavoro passava dalla sede di Via XX Settembre, fino a quando papà non lo aveva definitivamente cooptato».
Da quel momento Sinesi divenne una presenza fissa per la Samp: «La migliore definizione, per me e i miei fratelli, è “affezionato”. A papà, alla nostra famiglia, alla Samp. Sempre pronto e disponibile per ogni problema, da lì la frase, “per qualsiasi cosa chiamate l’ing”. Un factotum che ci ha accompagnato in momenti bellissimi di quel periodo. Era lui ad occuparsi dell’organizzazione delle trasferte di Coppa e quei tanti viaggi fatti in giro per l’Europa restano per me ricordi fortissimi e stupendi di quella storia blucerchiata».
Non solo, il nome di Sinesi è indissolubilmente legato al Trofeo Ravano, evento voluto da Paolo
Mantovani, esempio di valori, di sampdorianità e di senso di appartenenza. E lì l’ing, insieme a Baldo Nizzola, era il padrone di casa: «L’organizzazione del Ravano è un altro pezzo del cuore della nostra famiglia. Lui era onnipresente in ogni Palazzetto dove siamo stati. Abbiamo appreso con grandissimo dispiacere della sua scomparsa. Resterà per noi una persona speciale».
La storia di quell’epopea è fatta di centinaia di aneddoti, molti ancora sconosciuti. Come questo: «Mio papà non era proprio in sintonia con la scelta del nome di battesimo del primo figlio maschio dell'”ing”. I due ci avevano scherzato su. Poi gli nacque una femmina. Così andò da
papà e gli disse “stavolta per non sbagliare l’ho chiamata Francesca”…».
Massimo Rossi, magazziniere storico blucerchiato, è entrato in società nel 1986: «Il penultimo colloquio l’avevo fatto con l’ingegner Sinesi, l’ultimo con il ragionier Rebuffa. Erano nello stesso ufficio, una coppia di ferro. Prendo servizio a maggio, c’era da rifare il campo del Mugnaini e i lavori li seguiva Sinesi. Aveva ingaggiato un giardiniere dalla Lombardia. Che un bel giorno di agosto ha mollato il lavoro. Stava per iniziare il campionato, Sinesi era disperato e ricordo che scrisselì al Mugnaini una lettera di dimissioni. Poi era andato a bersi una spuma e mangiare un panino nel baretto del Comunale gestito da Monteghirfo. Quella lettera penso non l’abbia mai consegnata a Mantovani… ».
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Il Secolo XIX