Damsgaard: “Sogno di fare tanti gol, io e la Samp vogliamo sorprendere un po’”.

Mikkel Damsgaard a 22 anni, dopo l’annata travagliata riparte, vuole tornare a divertirsi con la Sampdoria e con la Danimarca, e parla con la delicatezza con cui accarezza la sfera.

«Prima allenarmi era la normalità. Dopo quello che ho vissuto apprezzo di più ogni istante con la palla, non sento dolore e sono felice».

«Mi sento di nuovo me stesso».

Un anno fa, il top, l’Europeo da protagonista, il gol su punizione all’Inghilterra nella semifinale di Wembley. Miki era pronto a spiccare il volo. E invece lo attendeva un percorso di sofferenza. L’avvio di campionato sottotono, l’infortunio muscolare a ottobre in Nazionale e poi un calvario inaspettato: l’artrite reumatoide. Ma dopo la discesa, è iniziata la risalita. Gli allenamenti a Copenaghen, il ritorno a Bogliasco all’alba della primavera e i primi scampoli di partite. al Mondiale.

«Io e la Samp vogliamo un’annata migliore dell’ultima. Sorprendere un po’».

È rientrato in anticipo dalle ferie: cosa ha fatto da fine campionato a oggi? «Sono andato in nazionale, è stato bello tornarci. Poi un po’ di vacanze in Grecia, ma ho sempre continuato ad allenarmi. E ora sono pronto. Mi sento molto motivato, il corpo risponde bene».

Che parola userebbe per descrivere l’ultimo anno?«Difficile, molto difficile. Non ero mai stato infortunato così a lungo, è stata una brutta stagione ma voglio mettermela alle spalle, e fare in modo che la prossima sia bella».

Qual è stato il momento più duro? Ha mai avuto paura di non poter più giocare come prima? «No, non ho mai pensato che non sarei tornato a giocare. Certo in alcuni momenti ti senti perso, quando ero in ospedale mi sentivo triste ma pensavo sempre di voler tornare il prima possibile. Sapevo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo ma ora sono qui, contento di allenarmi ogni giorno con i compagni».

Chi le è stato più vicino aiutandola a uscirne fuori? «La famiglia è sempre la cosa più importante. E la Sampdoria che è la mia seconda casa da due anni: ho sentito tutti vicini e ora voglio mostrare il mio lato migliore».

C’è qualcosa in cui si sente cambiato? «Sì, apprezzo molto di più il solo fatto di giocare, toccare il pallone senza avere male, stare con i compagni, vivere lo spogliatoio, poter fare tutto senza problemi. È una gran bella sensazione. Se stai fermo così tanto godi di più il divertimento di giocare a calcio».

Negli ultimi mesi è iniziata la sua risalita: c’è un giorno in cui è stato più felice? «Quando sono tornato in partita anche se purtroppo la Samp ha perso con la Salernitana. Ma anche quando sono tornato a Bogliasco. In realtà ogni giorno in cui mi sento di nuovo parte della squadra».

Si sente già il vero Damsgaard?«Siamo a inizio preparazione, normale che serva un po’ di tempo per essere al top, devi ritrovare la confidenza col gioco ma sento di essere tornato, mi sento di nuovo me stesso».

Il ritorno in Nazionale è stato emozionante «Il solo giocare di nuovo con mia nazionale è stato importante per me. Poi sei contro i migliori al mondo, entri, la partita cambia e vinci. Difficile immaginare di meglio».

Con lei c’era Eriksen, il suo modello. Un anno fa avete vissuto il dramma della morte sfiorata agli Europei, ora è tornato pure lui a sognare. «È bello già solo rivederlo, parlargli. E ovviamente poter giocare insieme a uno del suo calibro. Eriksen ha un feeling speciale con il gioco, spero di giocarci ancora tante volte».

Al Mondiale volete stupire come nell’Europeo? «Certo, la Coppa del Mondo è una delle cose più grandi al mondo, spero tanto di andare lì, di giocare con Eriksen e di fare bene anche in Qatar»

In casa Samp si dice che lei è il primo acquisto: sente la voglia di ripagare la fiducia del club e l’amore dei tifosi? «L’ultimo è stato un anno di alti e bassi, più bassi che alti. Il desiderio, non solo mio ma di tutta la squadra, è dimostrare che siamo meglio di come siamo stati, abbiamo una forte motivazione. Vorrei giocare tante partite, vivere un’annata molto diversa».

Come va con Giampaolo? «Vuole che giochiamo sempre la palla, che la teniamo noi per creare occasioni e mettere in difficoltà gli avversari: mi piace la sua idea di calcio».

La chiamano il Maghetto: che magia vorrebbe fare? «Con la Samp? Segnare tanti gol su punizione. Poi se potessi fare una magia più grande sarebbe bello che la Samp vincesse lo scudetto, fare tanti gol e assist».

Si può tornare nella parte sinistra della classifica? «Si può fare, dobbiamo credere in noi stessi. Dobbiamo solo giocare bene ogni partita e vedere dove arriviamo».

Può coesistere con Sabiri? «Sì, è un ottimo giocatore e è bello giocarci insieme».

Passioni extracalcio? «Mi diverto a giocare a computer, a Call of Duty, ma sono più bravo col pallone».

Intervista de Il Secolo XIX