Cessione Samp, Braida: “auguro alla Samp serenità”, il ricordo”Garrone mi disse ho venduto”
Come andò con la Samp?«La mia fu un’apparizione non apparizione. Dopo aver lasciato il Milan, firmai con Garrone a febbraio 2014 ma dovevo aspettare la stagione successiva per i regolamenti dell’epoca. Un giorno Garrone mi convoca a Genova e mi dice: “Ho venduto il club”. Arrivò Ferrero ed era chiaro che con lui non c’era piacere che rimanessi. Ma poi arrivò il Barcellona: non mi andò malissimo, no?».Ha un po’ di rimpianto?«Sì, la Samp era una società a misura d’uomo per me, la mia realtà ideale in quel momento per l’esperienza accumulata: si potevano fare cose interessanti. La maglia è bellissima, unica, particolare. In questi giorni con un amico italo-americano abbiamo ricordato che in quel periodo eravamo in contatto per far crescere il brand Samp negli Usa grazie alla maglia spettacolare».Ora la situazione societaria è molto difficile«Posso solo dire che auguro alla Samp di trovare serenità e tutto quel che serve ma ora devo essere focalizzato sulla salvezza della nostra “Cremo”».Come vede Stankovic?«Ho già visto che cambia pelle nella stessa gara. Ha grande passato da calciatore, conosce bene la A, l’Italia, sa tutto, ha avuto grandi maestri: avrà un futuro importante».Ai tempi del Milan ha vissuto l’era Mantovani.«Personaggio incredibile, ha portato la Samp a un passo dalla Coppa Campioni. Impossibile arrivare ai suoi livelli, bisogna guardare avanti ma è giusto apprendere dal passato per un futuro migliore. Non si è sempre così lungimiranti, e il calcio è specchio della vita, della società. Con quel che accade nel pianeta i problemi del calcio non sono nulla. Ma tornando al mondo del pallone, in cui ho sempre vissuto, ripeto, bisogna credere in quel che si fa».V. Arr.