Processo Ultras, i protagonisti si nascondono | Ci avvaliamo della facoltà di non rispondere
Iniziano gli interrogatori legati all’inchiesta sui rapporti tra gli ultras meneghini e le due società. Molti non rispondono agli inquirenti
Dopo gli arresti e i provvedimenti di custodia cautelare che hanno decapitato i gruppi ultras dello stadio Meazza, sia dell’Inter che del Milan, è arrivato il momento per gli autori delle indagini, i magistrati della Procura della Repubblica di Milano, di procedere con gli interrogatori.
La cosiddetta inchiesta ‘Doppia Curva‘ ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora e messo a nudo una serie di attività, per ora solo presunte, di natura illecita compiute dai leader dei principali gruppi ultras rossoneri e nerazzurri.
Finora, in base a quanto emerso da indizi vari e dalle intercettazioni, ad essere maggiormente coinvolta nel sistema di rapporti oscuri con i propri tifosi è l’Inter. I nomi dei dirigenti nerazzurri e dello stesso allenatore Simone Inzaghi compaiono più volte nelle carte dell’inchiesta.
Dalla ricostruzione effettuata dagli inquirenti pare che il management interista fosse sotto continuo ricatto dei capi ultrà, che chiedevano (pretendevano) spesso e volentieri biglietti e favori in cambio del sostegno alla società stessa.
Processo Ultras, non parla nessuno: la strategia è ben definita
All’interno del carcere milanese di San Vittore, alla presenza del gip Domenico Santoro e dei pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Milano si sono svolti i primi interrogatori delle persone tratte in arresto. Si tratta di 16 protagonisti del tifo ultras di Milano che ad oggi rischiano seriamente di andare a processo.
La novità più importante, in controtendenza rispetto alle indiscrezioni circolate nelle ultime ore, riguarda il comportamento assunto dagli indagati i quali, tutti e senza eccezioni, si sono avvalsi tutti della facoltà di non rispondere. Dunque, bocche cucite.
Processo Ultras, silenzio assoluto e basta: l’indagine si blocca
Lo stesso Andrea Beretta, ormai ex capo della Curva Nord interista e attualmente detenuto in carcere per l’omicidio di Bellocco del 4 settembre scorso, che secondo certi rumors era intenzionato a collaborare con la magistratura, ha deciso di non parlare.
Gli interrogatori continueranno, ma la netta sensazione è che nessuno dei sedici ultras tradotti in carcere risponderà alle domande dei giudici. Per ora nessuna richiesta è stata invece inoltrata ai dirigenti dell’Inter e allo stesso Simone Inzaghi, ma prima o poi potrebbero essere chiamati a rispondere alle domande dei pubblici ministeri come persone informate sui fatti.