La Samp, gli scudetti e… le minacce dei tifosi | Veron era quasi in ostaggio: “Ti devi coprire il tatuaggio”

Juan Sebastian Veron è stato uno dei centrocampisti più forti della sua generazione. In un club italiano ebbe problemi legati a un tatuaggio
Arrivò in Italia appena ventunenne nell’estate del 1996. Ad acquistarlo fu la Sampdoria grazie alla segnalazione di alcuni osservatori molto attenti al mercato argentino. È iniziata così la carriera di uno dei centrocampista più forti degli ultimi trent’anni.
Stiamo parlando di Juan Sebastian Veron, regista dalla classe cristallina e dal temperamento di fuoco. Nei due anni trascorsi sotto la Lanterna la ‘brujita‘, la streghetta, ha incantato i tifosi blucerchiati e gli appassionati di calcio con le sue giocate di alta scuola.
Era inevitabile che le grandi del nostro campionato iniziassero a corteggiarlo ed è così che dopo un solo anno vissuto a Parma, dove peraltro conquistò la seconda Coppa Uefa nella storia del club ducale, nell’estate del 1999 Veron fu acquistato dalla Lazio di Sergio Cragnotti.
In quel periodo il club biancoceleste era ai vertici del calcio italiano e internazionale e fu anche grazie all’arrivo del regista di La Plata che nella stagione 1999-2000 riuscì a conquistare il secondo scudetto della sua storia, nella clamorosa rimonta operata ai danni della Juventus.
Veron, tra giocate e minacce
Veron fu protagonista assoluto di un’annata che i tifosi laziali non potranno mai dimenticare: in appena nome mesi i romani vinsero Supercoppa Europea, scudetto e Coppa Italia. L’avventura del regista argentino nella Capitale non fu però solamente rose e fiori.
Appena arrivato a Roma tutti si accorsero che l’ex Samp aveva sul braccio un tatuaggio raffigurante Ernesto Che Guevara, il celebre rivoluzionario che insieme a Fidel Castro rovesciò il regime filo americano e ultra capitalista del dittatore Fulgencio Batista.

Veron, il tatuaggio della discordia: fu costretto a nasconderlo
Com’è noto la maggioranza degli ultras biancocelesti è schierata palesemente a destra e proprio alcuni di loro, stando alla ricostruzione del portale Football Stories, si rivolsero a Veron con toni non propriamente amichevoli: “O rimuovi il tatuaggio o lo nascondi, non solo durante le partite ma anche in allenamento”.
Subito dopo la conquista dello scudetto, grazie al clamoroso ko della Juve sotto il diluvio a Perugia, gli stessi ultras laziali vollero incontrare Veron chiedendogli di vedere il tatuaggio di Che Guevara. Non senza un briciolo di preoccupazione il regista rioplatense mostrò il tatuaggio ai tifosi che a sorpresa lo baciarono: “Sebastian, sei perdonato!“. Potere dello scudetto appena vinto…